In Sardegna business in ascesa

In Sardegna business in ascesa, [di Antonietta Mazzette] La Nuova Sardegna del 30 settembre 2021

Quasi 550 mila persone hanno firmato per il referendum ‘Cannabis legale’. Gli intenti principali del Referendum sono essenzialmente due: intervenire sulla rilevanza penale e su quella amministrativa.  

Ovvero, eliminare il reato di coltivazione e di condotta riferita all’uso personale della cannabis e cancellare la sanzione amministrativa del ritiro della patente.

Per brevità non entro nel merito del dibattito che si è aperto nei giorni scorsi sulla ‘facilità’ (secondo alcuni) con cui si è arrivati a superare la soglia delle 500 mila firme, grazie all’uso dello SPID, e neppure mi soffermo sul dibattito di più lunga durata tra chi considera la legalizzazione un freno alla criminalità organizzata e chi, invece, ne sottolinea i pericoli sociali e sanitari.

In questa sede mi limito ad anticipare alcuni dati che saranno oggetto del prossimo Report dell’Osservatorio sociale sulla criminalità in Sardegna (OSCRIM) e che avrà come tema centrale la quantificazione dei flussi di droga che transitano, si consumano e/o si producono nella nostra Isola. Al fine di offrire ulteriori elementi riflessivi al dibattito in corso, con l’equipe dell’OSCRIM abbiamo estrapolato i dati che riguardano i sequestri di marijuana e hashish avvenuti dal primo gennaio 2019 a oggi, dai quali abbiamo escluso le piantagioni di cannabis, di cui abbiamo già trattato in lavori precedenti.

Partiamo dall’entità in termini assoluti: in neppure tre anni sono stati sequestrati oltre cinque tonnellate delle suddette droghe. Un numero importante e certamente sottostimato che, suddiviso in dosi, significa che sono coinvolte migliaia di persone tra spacciatori e utilizzatori (anche se molto spesso la distinzione è labile perché si può contemporaneamente ricoprire l’uno e l’altro ruolo).

Qual è l’identità sociale di coloro che vengono individuati come autori? Sono maschi nella quasi totalità dei casi (oltre il 90%) con un’età che va dai 13 anni in su. Di questi, circa il 70% ha un’età tra i 18 e i 40 anni. Va però sottolineato che quasi il 9% degli autori individuati è minorenne.

Qual è la loro provenienza? Appena una decina di persone provengono da altri Paesi europei, dell’Africa e America del sud, mentre la stragrande maggioranza è italiana, o meglio è sarda.

 Dove sono avvenuti i sequestri? Prevalentemente nei centri abitati e nelle arterie stradali, in quest’ultimo caso i quantitativi sono solitamente importanti, trattandosi di fasi di trasporto, ma non sono esclusi anche altri luoghi più specifici, come le scuole e il carcere.

Ci sono stati anche casi di sequestro avvenuti nelle imbarcazioni al largo delle coste e persino di rinvenimenti in mare di pacchi contenente droga, mentre alla voce ‘esportazione’ facciamo riferimento solo alla droga in uscita dalla Sardegna. Le aree coinvolte sono la città metropolitana di Cagliari e Olbia; a seguire, la rete metropolitana di Sassari, ma abbiamo rilevato un’estensione del fenomeno nei paesi al di sotto di 5 mila abitanti.

Ciò conferma lo studio delle sentenze del Tribunale di Cagliari, i cui risultati sono stati riportati nel libro Droghe e organizzazioni criminali in Sardegna, ma apre anche nuovi scenari sui quali avanzo alcune riflessioni. La prima riguarda il fatto che anche in Sardegna il fenomeno delle droghe è diventato una vera e propria emergenza sociale, eppure non è avvertita come tale. La seconda è che a pagare gli effetti di questa diffusione sono soprattutto le generazioni più giovani, con una crescita esponenziale di minori. La terza riflessione è che andrebbe rivisitato il modello di vita sociale prevalente, di cui il cosiddetto sballo (non solo per droga) è un risultato.

A questi giovani andrebbero offerte alternative, se vogliamo che si sottraggano alla droga. Il maestro Salvatore Accardo in una recente intervista sottolineò come tra i suoi allievi (migliaia) non ne abbia avuto nessuno che si sia drogato.

Forse perché coltivare altri interessi (come la musica) non lascia spazio per “vane” coltivazioni.