Radiografia degli omicidi: la faida affiora in pochi casi

Radiografia degli omicidi: la faida affiora in pochi casi

Radiografia degli omicidi: la faida affiora in pochi casi [di Antonietta Mazzette] La Nuova Sardegna del 20 settembre 2021

Di omicidi in Sardegna si continua a scrivere molto perché, purtroppo, sono una realtà che si colloca stabilmente al di sopra della media nazionale, pur registrando un decremento.

Anche l’attenzione dei media è alta. Va in questa direzione lo spazio dedicato all’omicidio di Noragugume nelle pagine del Times. Rimangono però aperti i problemi di come leggere questa violenza, anche se troppo spesso prevalgono letture per lo più legate al passato (quali sono le faide), nonostante siano quasi scomparse (o sono residuali) le basi materiali e sociali su cui esse poggiavano.

Ogni omicidio è una storia a sé per vittime, dinamiche e contesti, eppure, se vogliamo capire, abbiamo la necessità di guardare il fenomeno nel suo insieme, e non solo caso per caso.

Limitandoci agli ultimi cinque anni, come Osservatorio Sociale sulla Criminalità (OSCRIM) abbiamo rilevato 83 omicidi consumati che abbiamo classificato per caratteristiche delle vittime, strumenti utilizzati dagli autori e ipotesi di movente. La nostra classificazione ci suggerisce che la ‘lente’ della faida appare del tutto insoddisfacente e forse riguarda pochissimi casi.

Partiamo dalle vittime. La maggior parte delle vittime è di sesso maschile con più di 40 anni, ma è in costante crescita il numero di donne uccise (35% del totale). E se per i primi spesso non si conosce l’identità degli autori, per le seconde l’autore è quasi sempre un uomo del contesto familiare, esattamente come avviene nel resto d’Italia. Si tratta di vittime prevalentemente occupate e non marginali socialmente.

Analizzando come sono stati commessi gli omicidi, constatiamo che in quasi la metà dei fatti (47%) le armi da fuoco (pistole e fucili) sono gli strumenti impiegati per compiere il crimine.  Come si può ben comprendere, l’uso delle armi rimanda alla loro disponibilità (anche illecita) nonché al fatto che gli autori abbiano le competenze necessarie per usarle. Pertanto, negli omicidi lo strumento delle armi da fuoco appare strettamente connesso a una loro elevata diffusione in Sardegna, specie nei centri di piccole dimensioni. Diffusione che non appare rappresentare un disvalore sociale. A ciò va aggiunto che l’uso delle armi da fuoco rimanda, in egual misura, sia ad una pianificazione del crimine, sia all’evolversi in omicidio di un conflitto non pianificato. In altri termini, nei casi di omicidi impulsivi, decisi negli istanti immediatamente antecedenti, la presenza di una pistola o di un fucile favorisce il precipitare degli eventi.

Per ciò che riguarda i moventi, i nostri dati evidenziano che prevalgono i futili motivi, seguiti da ragioni economiche e dalle controversie familiari. in questi motivi quasi mai rientrano i femminicidi. Complessivamente, perciò, gli omicidi sono di tipo espressivo e fini a sé stessi, ovvero strumentali, le cui ragioni possono essere economiche o sociali. In questo contesto, naturalmente non vanno trascurati gli omicidi per motivi di vendetta o per ‘faida’. Le vendette e le faide rinvierebbero a una manciata di casi maturati, per lo più, in ambienti rurali. In questo contesto, prevalgono comunque le vendette legate a ragioni economiche ed anche ai traffici di droga. Peraltro, nei due casi in cui i giornali fanno riferimento alla faida - Busachi e Noragugume - si tratta di un’ipotesi (allo stato attuale) che si fonda sui trascorsi familiari delle vittime.

Quali sono i luoghi degli omicidi?  In termini assoluti, sono delitti che avvengono principalmente nelle aree urbane e nel loro hinterland. Una differenza si registra tra omicidi dentro i centri abitati (56%) che prevalgono nei contesti urbani e omicidi che avvengono fuori dall’abitato (44%), maggiormente presenti nei piccoli centri. Specificamente, le tipologie dei luoghi sono le abitazioni (soprattutto se si tratta di femminicidi), gli spazi aperti e le aziende agricole.

Per concludere, la lettura degli omicidi in Sardegna dovrebbe essere fatta attraverso un puntuale aggiornamento delle categorie utilizzate per il passato.